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Cloud computing? Le aziende americane vanno in Svizzera

IntroLa scoperta del programma PRISM sta spingendo molte aziende americane a rivalutare le proprie soluzioni per hosting e cloud computing lontano dal suolo nazionale. La direzione è quella dei provider svizzeri, coperti da una struttura legale che impedisce accessi non autorizzati ai dati dei clienti Il cloud computing con fornitori nord americani è diventato meno appetibile per molte aziende? Sembrerebbe di si, e la causa di questo non è di certo la qualità del servizio fornito quanto il possibile intervento da parte della NSA; la National Security Agency degli Stati Uniti. Il programma PRISM della NSA, la cui esistenza è stata pubblicamente rivelata nelle scorse settimane con le rivelazioni di Edward Snowden, utilizza infatti il Foreign Intelligence Surveillance Act per poter ottenere dai principali provider nord americani informazioni e dati riferiti ai propri clienti. La stessa dinamica può essere messa in moto anche con riferimento a contratti di cloud computing, grazie ai quali informazioni digitali di proprietà di privati e aziende possono venir in qualche modo lette anche dall'NSA senza che i clienti di questi servizi ne vengano a conoscenza. Da questo la ricerca di soluzioni alternative, nella forma di servizi di cloud computing che non possano venir violati in questo modo. La ricerca di una sorta di paradiso fiscale digitale porta allo stato cuscinetto per eccellenza, la Svizzera. Artmotion è un'azienda svizzera di hosting che ha dichiarato di aver registrato un incremento del 45% nel fatturato di servizi di hosting e cloud nelle settimane seguenti alla pubblicazione delle informazioni legate al programma PRISM. Questo non ci pare essere un caso. Perché la Svizzerà? Questa nazione non è entrata all'interno della Comunità Europea e pertanto non deve sottostare alle normative europee riferite alle richieste di dati per indagini legali. E' possibile avere accesso ai dati contenuti in un datacenter svizzero solo se il fornitore riceve un ordine dalla corte che provi che l'azienda chiamata in causa, cliente del provider, sia colpevole o responsabile diretta di un reato. Questo rende sicuramente più complessa la procedura e allontana lo spettro che i propri dati digitali possano venir letti a propria insaputa da terzi, a prescindere dal fine. Già alcuni anni fa alcuni provider svizzeri avevano esteso i propri servizi decidendo di spostare i propri datacenter all'interno di caveau di banche: quale luogo più sicuro, questo avevano pensato, per riporre i propri dati sensibili che lo stesso ambiente nel quale si conservano denari e preziosi?
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